Into the wild truth (Edizione italiana) by Carine McCandless

autore:Carine McCandless [McCandless, Carine]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2015-04-29T22:00:00+00:00

Capitolo 10

Nel corso dell’anno seguente, Jon intraprese il suo viaggio da Atlanta in Alaska sulle tracce di Chris, aggiornandomi durante tutto il tragitto. In una sua lettera incluse alcuni scatti della Datsun di mio fratello. Mi ero sempre chiesta cosa ne fosse stato di quell’auto. Chris l’amava così tanto da definirla, una volta, un compagno di viaggio da cui non si sarebbe mai separato. Jon l’aveva scovata nel centro di manutenzione del National Park Service, nella Lake Mead National Recreation Area, parcheggiata vicino a un’ambulanza. Il contachilometri della Datsun segnava 133.778,9 miglia. Chris l’aveva abbandonata qualche settimana dopo aver lasciato la Emory, quando l’auto non aveva più dato segni di vita nel Detrital Wash, nel deserto del Mojave. Un foglietto lasciato sul parabrezza diceva:

QUESTA STRONZA È STATA ABBANDONATA.

CHIUNQUE RIESCA A PORTARSELA VIA,

PUÒ CONSIDERARLA SUA.

Quelle parole mi ricordarono le reazioni stizzite di Chris sulla pista da bowling, sul campo da squash o su quello da golf. Mio fratello poteva anche infuriarsi con le cose. Persino con la sua Datsun.

Jon mi scrisse:

Ecco alcune foto del mio ultimo viaggio nel deserto.

Probabilmente ti sembrerà un po’ strano rivedere l’auto di Chris lavata, parcheggiata con cura, proprio come doveva essere quando tuo fratello la guidava ancora.

Di sicuro è stato strano per me, quando ci sono salito. Riuscivo quasi ad avvertire la presenza di Chris.

Jon mi spiegò che, quando l’avevano trovata, il motore si era avviato senza intoppi. Studiai le foto che mi aveva mandato, comprendendo il fascino che Chris doveva aver provato in quel tranquillo paesaggio deserto. Immaginare mio fratello che abbandonava lì la sua auto senza starci a rimuginare troppo mi divertiva un po’: sapevo che, in preda alla frustrazione, aveva preso il carburatore a male parole. E Jon aveva ragione: mi dava una strana sensazione rivedere la Datsun, senza più il suo fido compagno.

Mentre Jon era preso dalle sue ricerche, la mia famiglia accettò di buon grado il diversivo dei preparativi per le mie nozze. Anche solo parlarne sembrava irrispettoso e i miei stati d’animo verso il matrimonio erano più che mai altalenanti. Meritavo di godermi quella felicità in mezzo a tanta tristezza? Era giustificabile organizzare una festa a così poco tempo dalla morte di Chris? E come potevo sposare un uomo che lui non aveva nemmeno conosciuto? Avevo immaginato di ricevere un cenno di approvazione da parte sua, dopo che Chris avesse trascorso un po’ di tempo con Fish. Sentivo però dentro di me che Fish gli sarebbe piaciuto e che sicuramente sarebbe stato felice per noi.

Mamma e papà volevano che il matrimonio si celebrasse in mezzo alla comunità e tra le ondulate colline davanti al mare di Windward Key. Erano loro a pagare tutte le spese del matrimonio e desideravano che i loro soci e amici non avessero difficoltà a parteciparvi. Dal momento però che non erano membri della vicina congregazione, non potevamo celebrare le nozze nella chiesa locale. Io ne fui sollevata, perché Fish e io speravamo invece di sposarci a Virginia Beach, dove avevano casa i suoi familiari e i nostri amici.

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